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I sintomi delle malattie dell’apparato endocrino e l'importanza del medico specialista endocrino

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I sintomi delle patologie della tiroide, dei testicoli ed in parte del timo e dell’ipofisi difficilmente possono rivelarsi senza una indagine accurata e minuziosa. Per alcune di queste patologie l’esame di tipo radiologico o ecografico può fornire utili dati al medico specialista endocrinologo per arrivare a una diagnosi precisa onde iniziare al più presto una terapia adeguata.

L’indagine delle ghiandole endocrine è una ricerca indiretta, mirata cioè ad individuare i segni delle anomalie morfologiche e dei disturbi funzionali da endocrinopatia provocata. Se per alcune affezioni conclamate delle ghiandole endocrine la sindrome clinica può essere così caratteristica ad evidente da porre una corretta diagnosi solo guardando l’ammalato (morbo di Basedow, mixedema congenito, morbo di Addison, morbo di Fraelich, distrofia adiposo-genitale etc.), per altre, per non dire la maggior parte, la diagnosi clinica può risultare di notevole difficoltà, tale da rendere necessario l’ausilio che può essere fornito dagli esami funzionali o dai dosaggi ormonali.

Le difficoltà diagnostiche risultano aggravate dalla frequente compromissione di diverse ghiandole endocrine contemporaneamente, date le ben note correlazioni interghiandolari. Il dosaggio degli ormoni viene fatto nel sangue, nell’urina, in altri liquidi organici. Esso può essere molto utile affinché il medico specialista possa formulare una diagnosi corretta della patologia in atto.

Tornando ai sintomi, risultano particolarmente indicativi stati fisici come l’aumento delle dimensioni del collo, l’esoftalmo pronunciato (cioè la protrusione dei globi oculari), la tachicardia (cioè il ritmo elevato nella frequenza cardiaca). Possono essere segnali importanti di una patologia tiroidea con tendenza all’ipertiroidismo.

Anche l’aumento eccessivo di peso, quindi uno stato di obesità, di solito è legato a scompensi del sistema endocrino. Esistono delle ghiandole a tipo catabolico, cioè che mirano a far calare il peso, e sono la tiroide, l’ipofisi, l’ovaio nella donna e i testicoli nell’uomo. Mentre altre ghiandole tipo il pancreas, il surrene e il timo hanno una funzione anabolica.

Quindi esistono ghiandole a tipo eccito-catabolico che sono preposte ad evitare le obesità endocrine, ed altre invece che portano inevitabilmente e progressivamente all’aumento di peso corporeo, che talvolta per la questione metabolica alterata o per il rallentamento dei processi catabolici contemporaneamente portano a gravi squilibri di peso. Tali squilibri di peso si ripercuotono su diversi organi e apparati. L’obesità è infatti una vera e propria entità patologica con risentimenti organici più o meno precoci e sempre altamente sfavorevoli.

L’obesità è considerata un fattore predisponente o aggravante per tutte le patologie cardio-vascolari. Il rischio coronarico è tre volte maggiore che nei soggetti magri, e soprattutto le donne obese sono spesso colpite da infarto. E’ un fattore aggravante di tutte le malattie respiratorie e di tutte le malattie dello scheletro e delle articolazioni. Al contrario le magrezze patologiche sono legate all’accentuarsi delle funzioni cataboliche e anche alla scarsa assimilazione dei cibi. Di solito possono coesistere anche patologie riguardanti l’apparato digerente e il malassorbimento intestinale.

Altra malattia endocrina grave è il diabete, legato ad alterazioni funzionali della sfera pacreatica-endocrina. E anche l’aumento dei lipidi nel sangue e dei trigliceridi e del colesterolo.

In tutte queste situazioni qui esposte risulta molto importante l’opera del medico specialista endocrinologo per una diagnosi precoce e corretta, e l’inizio di una terapia adeguata e immediata.

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