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Impotenza: l'epidemia di cui finalmente si parla..

I disturbi della sessualità maschile

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IMPOTENZA: I DISTURBI DELLA SESSUALITÀ MASCHILE

La sessualità è un insieme di componenti fisiche, psicologiche e sociali.
Coerentemente con questa visione, i disturbi della sessualità possono essere distinti in patologie del corpo, e in particolare degli organi, disturbi della personalità e disturbi sociali.
In tutte e tre le categorie diagnostiche vi sono situazioni in cui è stata identificata la causa dei disturbi, altre per le quali si conoscono soltanto le condizioni a rischio e forme ancora diverse in cui una malattia nota, che non ha nulla a che fare con la sessualità, tuttavia la influenza.

Di tale schema classico della ricerca medico-scientifica occorre tener conto ogni qualvolta si voglia inquadrare una malattia.
L'impotenza, e quindi la mancata erezione, può essere causata da un'infezione del pene (la lue per esempio) oppure può essere il risultato di una serie di fattori di rischio quali la fatica e la denutrizione; e ancora derivare da disturbi come l'ipotiroidismo o una depressione grave, oppure ancora da un problema vascolare, come l'aterosclerosi, di cui può essere addirittura la spia.
In quest'ultimo caso la malattia non è direttamente collegabile alla sessualità ma appunto incide su di essa.
L'ipertiroidismo, invece, si accompagna sovente a ipereccitabilità e a frequenti erezioni.

Anche i fenomeni artrosici possono influenzare l'attività erotica. Il dolore lombare, che tutti sperimentano almeno una volta nella vita, può impedire di avere una vita sessuale gratificante.
Nella maggior parte dei casi si tratta di situazioni transitorie: risolta la malattia di base, l'erezione ritorna normale.
Va però precisato che queste tre componenti della sessualità non esistono come entità separate. Un problema inizialmente organico finirà con l'influenzare anche la vita di coppia e la psiche del paziente, per esempio provocando una perdita di fiducia in se stessi o stati di ansia e depressione.

In passato tra i medici prevaleva il concetto di lesione, tanto che si consideravano credibili solo le malattie "visibili", in cui era possibile documentare un danno preciso.
Tutte le altre venivano classificate come malattie "immaginarie".

Oggi tutto ciò suona limitativo, dato che sono riconosciute anche le lesioni psicologiche e sociali che, anche se non visibili, non hanno niente a che fare con la finzione e la simulazione. E ciò è particolarmente vero nel campo della sessualità.
Ci sono infatti situazioni paradossali in cui i disturbi sessuali come la frigidità, l'impotenza (ma anche l'infertilità) si verificano solo con un partner, mentre al di fuori della coppia le esperienze sessuali di entrambi sono normali e appaganti.
Ed esistono situazioni in cui aspetti psicologici e sociali possono portare a disturbi transitori senza lesioni d'organo che poi scompaiono appena la causa si risolve.

Appare evidente, quindi, che la terapia può variare notevolmente a seconda che il disturbo di base della sessualità sia di natura fisica, psicologica o sociale, e a seconda che la sessualità sia la funzione direttamente colpita o che invece vi incidano disturbi di organo oppure di funzioni differenti.

Tuttavia, l'approccio generale al problema è sempre integrato, poiché esiste la possibilità di interazioni tra i tre aspetti considerati.
In molti casi, poi, non ha nemmeno senso la terapia del singolo e si impone quella di coppia.
Si deve ai due sessuologi americani Masters e Johnson la nascita di una terapia della sessualità di coppia fondata proprio sul principio che spesso l'insoddisfazione sessuale dipende dal partner o, meglio, dalle modalità di rapporto con un determinato partner.

IL RUOLO DELLA DONNA

Di fronte a problemi sessuali, il rischio maggiore di una coppia non è solo quello di incorrere in una vita sessualmente povera.

Accade spesso che la situazione di disagio nata dalla difficoltà nel sesso finisca con l'alterare il rapporto.
I due partner non si sopportano più ed apertamente dicono quello che pensano. Tutta la vita insieme finisce con l'essere centrata sul problema della sfera sessuale. Ogni gesto, ogni parola finisce con l'avere uno scopo non manifesto, teso a provocare certe reazioni, a lanciare messaggi aggressivi o a placare tensioni. Nel rapporto si instaurano "strategie", si applicano mosse segrete, prove ed esperimenti: l'altro diventa a sua insaputa un soggetto di studio più che un oggetto d'amore.

Le donne, in particolare, anche per la loro naturale predisposizione a cercare di capire i problemi e le motivazioni degli altri, si sentono spesso "infermiere d'amore" e non capiscono che la sessualità è comunicazione e quindi trasmette anche ciò che non si vorrebbe dire.

Le strategie che certe donne scelgono in caso d'impotenza o di eiaculazione precoce del proprio uomo sono in questo senso davvero esemplari. Se ne possono individuare almeno tre.

La prima è all'apparenza tenera e generosa, incentrata sulla negazione dell'esistenza di un problema. In pratica la donna, in caso di rapporto insoddisfacente, si limita a commentare: "Non importa".

Nel secondo caso, la donna è convinta di poter "salvare" il partner mettendo in atto particolari strategie seduttive, esibendo biancheria intima provocante o proponendo giochi erotici.

Infine la terza, che si potrebbe definire "della fiducia ad oltranza", comporta una totale disponibilità verso l'uomo. "Non importa" è una bugia che non inganna nessuno. Di fronte a questa improbabile magnanimità, l'altro si sente ancor più indegno e mortificato.

Non si può pensare che per il fatto di essere sessualmente inadeguato un uomo diventi di colpo una specie di bambinone ingenuo cui nascondere la verità. Nella coppia non servono samaritane, ma persone leali in grado d'affrontare insieme difficoltà e crisi.

La seconda tipologia di donna, invece, compra biancheria sexy, assume atteggiamenti provocanti, si spoglia con gesti carichi di allusioni, assume toni di voce sensuali. L'altro, però, avverte ancor più forte e frustrante la propria inadeguatezza, con in aggiunta il timore che le aspettative di lei siano comunque superiori alle proprie potenzialità.

Sull'altro fronte, aver dispiegato inutilmente le proprie attrattive aggiunge al peso dell'insuccesso anche la crisi d'identità di lei. Nel terzo caso, lei mantiene un atteggiamento di attesa e di totale disponibilità. Al minimo accenno di vitalità del suo compagno, è pronta alla prova. Con questo sistema il successo di lui diventa più che ' mai improbabile, ma è certo che lei, giorno dopo giorno, perderà un po' della sua dignità, si sentirà un oggetto pronto all'uso, aggiungendo risentimento a stanchezza e delusione.

I guasti prodotti da queste o da altre strategie possono risultare alla lunga più gravi per la coppia di quelli creati dal problema sessuale in sé. Da quest'ultimo infatti si può guarire, mentre dalla sfiducia accumulata nel tempo, no.



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Fonte: Nuova Italia Medica - Giornale medico scientifico del CMEIT


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